24 aprile 2012

LA NASCITA DELLA RIVISTA "IL CONSULENTE FAMILIARE"


Il 5 febbraio del 1977, presso lo studio del notaio Adolfo Franchi a Bologna, in via Garibaldi 6, viene redatto l’Atto costitutivo dell’Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari, che rappresenta l’atto di nascita della nostra Associazione.
Nel precedente numero avevamo preannunciato che il 2012 sarebbe stato un anno di ricorrenze e festeggiamenti. E così infatti abbiamo cominciato a festeggiare il compleanno dell’Associazione durante la Giornata di studio del 29 gennaio, al Clarhotel di Roma. Un caloroso ricordo ai pionieri, soci fondatori dell’AICCeF, che hanno intuito e reso possibile la nascita di questa nostra odierna realtà professionale ed una torta con trentacinque candeline (anzi con due candeline da 35) ha suggellato, a ridosso della ricorrenza del 7 febbraio, il cammino percorso in tutti questi anni dall'Associazione, dai Consulenti familiari e da tutti coloro che sono venuti in contatto o si sono serviti della loro professionalità. Le candeline sono state spente dal Presidente in carica, Rita Roberto, e da due Presidenti onorari, presenti per l’occasione: Luciano Cupia e Gabriella Puzzarini.
A proposito di padre Luciano, dopo che nel precedente numero abbiamo letto le emozioni di Giovanna Bartholini nel rievocare la nascita dell’Associazione in quel 5 febbraio del ’77, vorrei ora condividere con Voi quanto egli ha scritto in un’altra occasione di festeggiamento per l’AICCeF, ma che contiene riflessioni sempre valide e di una straordinaria chiarezza di contenuti.
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Intervento di  Luciano Cupia
…”Tutto nasce dall’intuizione di una donna: Giovanna Bartholini. Ed è bello che siano state le donne a far nascere in Italia una figura come il Consulente Familiare. Del resto, anche in altre parti del mondo, questa professione rispecchia con maggiore intensità il ruolo tipicamente femminile dell’accoglienza e della creatività. Grazie quindi a Giovanna e alle tante altre che hanno dato vita all’AICCeF.
Quindi ci sia dato di celebrare con gioia questa ricorrenza, anche da parte di noi uomini, pochi ma seriamente impegnati al raggiungimento del riconoscimento della figura del Consulente Familiare.
Continueremo comunque a credere nel nostro lavoro che, del resto, a livello mondiale ed europeo, è già apprezzato. Non è l’unico, ma certamente è uno dei punti forti che proteggono e sostengono la realtà familiare, nelle sue più svariate componenti. E’ una voce che rassicura chi ancora crede nell’amore.
Il Consulente Familiare si è dimostrato il cultore e l’interlocutore della capacità di relazionare, uno dei presupposti del vivere umano. Di questo siamo orgogliosi. Come professione e come associazione. Per un mondo che, ritrovando buone relazioni, riapprenda la capacità di amare.”


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Come potete constatare i primi passi dell’Associazione sono dedicati ad aggregare persone con una provata esperienza nella consulenza familiare e con una metodologia di lavoro abbastanza omogenea a quella adoperata dai soci fondatori. E piano piano il gruppo dei Consulenti iscritti si è allargato, mentre da subito veniva pubblicato e spedito, su carta ciclostilata, il Notiziario dell’AICCeF, che aveva in prima pagina la dicitura: “il presente notiziario ha circolazione limitata ai Soci dell’Aiccef ed ha valore di circolare informativa sul servizio di consulenza alla famiglia”. Vi scrivevano personaggi di rilievo, dalla Bartholini a Luciano Cupia, dalla Cappelli von Berger a Vittoria Pezzi e a Graziella Frera, recentemente scomparsa, tanto per citarne alcuni, e vi sono stati interventi illustri come quelli di Jean Lemaire, Georges De Rita, Carl Rogers, Sergio Rosso e Don Liggeri.
In quegli anni l’Associazione si occupava di definire i criteri e i principi della professione e di ‘formare’ nuovi Consulenti Familiari, impartendo una seria e rigorosa formazione, alla fine della quale potevano essere iscritti nell’Albo professionale. Per la maggior parte operatori che aspiravano a esercitare nei Consultori privati. Era opinione comune, allora, che la collocazione naturale dei Consulenti Familiari fosse, fin dall’inizio, nei consultori. Don Liggeri, il teorizzatore dei Consultori Familiari, usava infatti definire così la struttura consultoriale:
“Possiamo rassomigliare il Consultorio ad un orologio: il Direttore è la molla, gli specialisti le varie rotelle dell’ingranaggio, ma il Consulente è il bilanciere. Assolve, cioè, un compito particolarmente vitale perché il funzionamento di tutto l’ingranaggio sia scorrevole. Preciso, equilibrato, pulsante di vita.”
Col passare del tempo le attività associative aumentano, i soci Consulenti si moltiplicano, la consulenza familiare necessita di differenziazione rispetto alle nuove discipline di counselling e l’informativa del Notiziario interno non basta più. Così, alla fine degli anni ‘80 nasce l’esigenza di uno strumento informativo e formativo per i soci con caratteristiche diverse dal passato, più ampio, più duttile, più approfondito. Ma lasciamo la parola al nostro Direttore responsabile, Maria Chiara Duranti, che ci ha inviato la sua testimonianza sulla nascita della Rivista.





LA NASCITA DELLA RIVISTA
In occasione del 35mo anniversario dell’A.I.C.C.e F. sento il desiderio di rievocare la nascita del nostro giornale e di ricercare per Voi i tempi e modi con cui è stato concepito e come si è sviluppato, partendo da un bollettino ciclostilato di che pagine ad una rivista vera e propria, con un logo e una sua precisa identità. Un logo e un nome che caratterizzano oggi un’Associazione di livello nazionale, simboli che al tempo stesso identificano una professione con regole comuni e accettate dalla grande comunità dei Consulenti familiari. I miei genitori hanno sempre lavorato in consultorio, ed io sin da bambina ne ho sentito parlare ed ho ‘respirato’ la consulenza familiare. Ricordo i passi decisivi che hanno determinato la nascita del giornale, l’arrivo del nuovo logo, l’impegno, la dedizione e la costanza con cui il babbo (Emilio Duranti) e la mamma (Gabriella Puzzarini) hanno lavorato appassionatamente per l’Associazione, dedicandole le loro energie.
Per la cronaca, il Notiziario AICCeF (che dal 1979 veniva spedito ai soci in veste di bollettino associativo) uscì come Rivista trimestrale con il numero 0 dell’ANNO I° e con il nome Il Consulente Familiare nel giugno del 1990, con autorizzazione del Tribunale di Ravenna n.939. Una grande soddisfazione!
La redazione era formata dalla compianta Graziella Frera (a cui si deve il grande merito di aver trovato l’editore Boccassi che ha collaborato intensamente per la realizzazione della rivista) e da Vittoria Pezzi, il direttore responsabile era Emilio Duranti, mio padre, che ha mantenuto l’incarico fino alla sua scomparsa. Si trattava, e si tratta, del primo strumento scientifico e metodologico dei Consulenti Familiari, considerato dall’Ordine dei Giornalisti come strumento di lavoro per professionisti.
In quel numero si dava conto del cambiamento in atto nell’organo d’informazione dell’Associazione, che stava assumendo una nuova veste e una nuova dignità letteraria; della Giornata di studio di Verona del 25 marzo 1990 su “Teorie e tecniche adleriane al servizio dell’attività consultoriale”; del percorso parlamentare del progetto di legge sulla tutela della maternità e vi era anche un articolo di Giovanna Bartholini sull’ascolto dal titolo “Chi ci guida il cammino”.
Invece il numero 1 Anno 1° del Consulente Familiare uscì nel trimestre ottobre-novembre1990, e venne pubblicato all’indomani dell’assemblea dei Soci dell’AICCeF, che aveva sancito il rinnovo delle cariche elettive, con un’intensa giornata di studio condotta dal dott. Gabriele Paragona, proprio sull’importanza della comunicazione. La lettera della redazione (scritta da mio padre) si apriva con la seguente motivazione: ”Oggi l’AICCeF intende uscire dalla sua riservatezza, presentandosi a tutti coloro che lavorano nella consulenza familiare, invitandoli a partecipare ed a condividere le ricerche e gli studi sulla problematica familiare e sulle metodologie di intervento consultoriale, che l’Associazione da anni elabora”.
Obiettivo del giornale era, quindi, uscire da un ambito ristretto per avere una larga diffusione e proporre un’ampia divulgazione, per diventare uno strumento attivo di formazione e di comunicazione tra tutti coloro che lavoravano all’interno dei consultori familiari. Ma centrale in questa fase era anche il nuovo concetto di “Consulente familiare” maturato in quegli anni dopo l’approvazione della legge per l’istituzione dei consultori familiari nel 1975 (n.405/75), ben spiegato da un’accorata lettera di Giovanna Bartholini, la quale si sofferma sull’importanza e sul ruolo del Consulente familiare alla stregua degli altri Paesi Europei, in cui questo operatore aveva una rilevanza riconosciuta. La Bartholini, in particolare si sofferma anche sul ruolo fondamentale avuto dal prof. Sergio Cammelli, che insisteva su una struttura associativa “in grado di rispondere ai problemi psicologici e sociali della famiglia, che sono ben più complessi e sfumati di quelli puramente sanitari o solo assistenziali”, laddove la problematica doveva ruotare intorno alla coppia e alla sua assistenza psicologica”. Da queste premesse, la necessità di stringersi attorno ad un’Associazione supportata da una metodologia comune e condivisa da tutti i consulenti d’Italia con la necessità di difendere e diffondere una professionalità acquisita.
Per la storia, l’AICCeF nacque a Bologna il 5 febbraio del 1977 su iniziativa del citato prof. Cammelli con un primo gruppo di soci fondatori con l’obiettivo di affermare la figura del consulente familiare, attraverso due direttrici parallele: quella della formazione degli operatori dei consultori pubblici e privati e quella della promozione e formazione di questo speciale professionista, attraverso seminari e congressi.
Infine, arriviamo al logo, nato per iniziativa di mia madre Gabriella, che all’epoca insegnava all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna e chiese ai suoi alunni di disegnare un logo rappresentativo di un’Associazione di Consulenti Familiari. Non tutti sanno che un ragazzino di, allora, 16 anni Enrico Benedetti (ora affermato pittore) disegnò il simbolo attuale che compare sulla copertina del nostro giornale. Si tratta di una conchiglia ad otto punte che voleva simboleggiare “il cammino in divenire della sua vita e nello stesso tempo la conchiglia con cui si ascolta il rumore del mare”. Interessante a questo proposito, le riflessioni fatte da Rita Roberto che, studiando il logo con l’intenzione di scoprire i collegamenti con l’Associazione, ha trovato nella simbologia più profonda del disegno i “segni” e i legami con l’arte dell’ascolto, caratteristica precipua del Consulente familiare (cfr. “Il Consulente Familiare” num. 3 del 2005: Storia di un logo,n.d.r.).
Infine, che dire? la mamma è stata consulente e presidente dell’AICCeF per tre mandati, mentre il babbo era il direttore responsabile del giornale e direttore del consultorio di Ravenna. Poi il segretario dell’associazione, il dott. Giovanni Pezzi con la moglie Vittoria, insieme a Graziella Frera erano gli infaticabili responsabili della redazione ed il motore della ricerca e dell’approfondimento professionale. Tutti nomi, persone che hanno dato il cuore e il loro tempo per un ideale.
Un team formidabile per il successo della Rivista e per la sua longeva ed autorevole esistenza!
di Mariachiara Duranti
Direttore responsabile de “Il Consulente Familiare”.




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