11 gennaio 2012


...il 5 febbraio del 1977, presso lo studio del notaio Adolfo Franchi a Bologna, in via Garibaldi 6, viene redatto l’Atto costitutivo dell’Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari, che rappresenta l’atto di nascita della nostra Associazione.
Dopo 35 anni di attività, rileggere quell’Atto Costitutivo voluto e creato da tante mani e tante teste, esperte nel campo della consulenza familiare (l’edizione integrale dell’Atto costitutivo è stato pubblicato nel numero 3, pag.14, del 2010 de “Il Consulente Familiare”), ci da la piena la sensazione che esso è sempre attuale e moderno per la validità dei suoi contenuti e l’attualità dei suoi scopi.
In questo 2012, in cui festeggeremo questo importante compleanno (35 anni e non li dimostra!), ripercorreremo le tappe più importanti e significative della nascita e della attività dell’Associazione sino ad oggi, a cominciare dalla sua origine e dai primi passi che fece nella mente dei suoi ideatori e fondatori.
Quest’anno, che sarà decisivo per la regolamentazione delle professioni e in cui probabilmente saranno riconosciute per Decreto le Associazioni professionali in regola con la legge 206 del 2007 (come ha promesso il nuovo Ministro della Giustizia), la Rivista lo dedicherà, in tuti i numeri,  a ripercorrere il nostro passato, con le testimonianze dei “nostri” grandi, ed a tracciare il nostro futuro, con le proposizioni, l’impegno e la determinazione di “noi” tutti.
Per iniziare abbiamo cercato in archivio l’articolo che Giovanna Bartholini, socia fondatrice e prima Presidente dell’AICCeF, scrisse in occasione dei venticinque anni di attività dell’Associazione. In quest’articolo la storica Presidente (scomparsa il 21 marzo 2010, vedi il num.3 del 2010), descrive gli entusiasmi, i timori, le perplessità e le aspirazioni che hanno spinto i fondatori a creare l’AICCeF.

NOZZE D’ARGENTO  PER UN IDEALE
 Intervento di Giovanna Bartholini
Chi sono gli sposi? L’Ideale e l’A.I.C.C.eF. e come ogni anniversario degno di questo nome, i “ti ricordi?” si sprecano. “Ti ricordIi?” quello sparuto stuolo di consulenti radunati in primis (fu infatti il primo incerto passo) dal prof. Sergio Cammelli a Bologna?. “Ti ricordi?” l’entusiasmo di aderire all’idea di Cammelli di fondare un’associazione di persone che facessero il nostro lavoro?  Ma eravamo proprio quattro gatti, bisognava cercarne altri prima di poterci chiamare associazione.  Il primo interrogativo era: esistevano in Europa altre associazioni simili ? Ci sembrava di no. Esistevano federazioni di consultori, ove lavoravano persone come noi, desiderose di portare un aiuto, possibilmente con una metodologia univoca negli intenti e nell’etica, anche se non uguali per tutti.   Ma associazioni nazionali no, non ne esistevano.
“Ti ricordi” i primi problemi ? :
1.   darci un nome “ti ricordi?“ Fu un problema e alla fine decidemmo per A.I.C.C.e F.  Ognuna delle lettere esprimeva un nostro sentire:
·                                                                                    associazione: perché tale eravamo (anche se ancora non avevamo messo nero su bianco davanti a un notaio);
·                                                                                    italiana: proprio perché non si confondesse con altre eventuali estere;
·                                                                           C. C. e  F.: Consulenti Coniugali e Familiari. Le ultime quattro lettere sembravano uscite da cervelli esaltati, ma non troppo.
Cammelli ebbe molto da ridire su queste ultime lettere: gli dava fastidio quella  “e”  piccolina che, diceva lui, “ non faceva sigla“. Concluse “ beh, se piace a voi!”… e lasciò perdere.
2. stendere uno statuto.
Lo statuto fu una cosa più complicata: c’era sempre qualcosa che a qualcuno non andava bene; comunque furono preziosi i contributi degli amici Alice Calori e Giancarlo Marcone; e a questo punto il mio pensiero va con tenerezza agli amici scomparsi in questi anni, ma allora così fervidi e “credenti” in questa associazione.   
E ricordo il prof. Sergio Cammelli (l’ideatore), don Paolo Liggeri (compiaciuto, ma sempre con uno dei suoi sorrisetti benevolmente ironici), l’amica Anna Giambruno, che sempre si rimetteva alle decisioni degli altri (pur avendo una esperienza come consulente che ciascuno di noi avrebbe voluto già possedere) e l’avvocato Roberto Lino al quale non andava mai bene niente, perché doveva sempre trovare un cavillo legale ad ogni nostra parola.
E così partimmo tutti su un treno che non si sapeva che direzione avrebbe preso. Passarono i primi mesi del 1977, si elessero il Consiglio Direttivo e il Presidente. (il primo fu proprio Giovanna Bartholini, da allora diventata una istituzione per l’ AICCeF - nota di redazione).
E gli spuntini, a casa mia, così allegri e così intimi, ad ogni riunione del Consiglio Direttivo. Il grosso era ormai fatto:  Nome, Statuto, Consiglio Direttivo e Presidente. Ma…. si trattava di ingrossare le file e trovare dei soci, e lì cominciarono le difficoltà.
Avevamo deciso che dell’AICCeF dovessero far parte solo membri con una provata esperienza e con una metodologia di lavoro abbastanza simile. Sembrò essere di aiuto in quel momento il primo libro della Bartholini “IL CONSULENTE DI COPPIA”. E, a proposito di metodologie di lavoro, un gruppetto, forse i più presuntuosi, ed io per prima, ci accingemmo, dopo qualche anno, a fare “formazione” di altri eventuali consulenti, con la “promessa” che, se fossero stati ritenuti abili in un colloquio finale con una commissione esaminatrice severissima, avrebbero potuto entrare come soci nell’ Associazione.   Allora era un premio!
E anche oggi lo è, perché l’AICCeF, in 25 anni, è diventata non solo importante, unica e unico crogiuolo di formazione di nuovi operatori, ma è anche temuta, proprio per la serietà professionale di ognuno dei Soci, che sono ormai tanti, invidiata e tale da dare molto fastidio ad alcuni che vorrebbero avere operatori preparati come i nostri e prospettive costruttive come quelle che noi abbiamo.
A questo punto la lista dei “ti ricordi?“ è terminata, ma potrebbe continuare con la storia e la voce dei Presidenti che si sono succeduti, fino all’attuale prezioso Luciano Cupia, con gli impegni presi, con i programmi che bollono in pentola. Grazie, grazie, grazie a tutti quelli che oggi lavorano. Io sto in disparte, ormai troppo avanti negli anni per partecipare emotivamente ad ogni successo. E un grazie particolare a questa nostra Rivista, che ci porta e ci fa seriamente conoscere nel mondo. Per ovvi motivi non vedrò le nozze d’oro di questa creatura, con il suo Ideale, che mi auguro resti puro, immutato e coraggioso come lo è stato fin qui.
G.B.

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